L’espressione “sognare ad occhi aperti” evoca un’immagine universale: quella di una mente che vaga libera, perdendosi in scenari immaginari mentre il corpo resta immerso nella realtà quotidiana. Questa frase, così evocativa e poetica, ha un fascino che attraversa culture e lingue, rivelando quanto il bisogno di fantasticare sia radicato nell’esperienza umana. Ma qual è l’origine di questa espressione e quali sono i suoi equivalenti nel mondo? Scopriamolo insieme.
L’idea di sognare mentre si è svegli affonda le sue radici nella tradizione letteraria e culturale europea, sebbene non sia facile attribuirne l’origine a un singolo autore o periodo. Durante il Romanticismo, un’epoca che esaltava l’immaginazione come antidoto alla freddezza della razionalità, il concetto di sogno divenne simbolo di aspirazioni e desideri. Autori come Giacomo Leopardi, pur non usando direttamente questa frase, esplorarono la capacità umana di immaginare mondi migliori come fuga dalla durezza della realtà.
Anche in Francia, pensatori come Jean-Jacques Rousseau parlavano del piacere di perdersi nei pensieri, mentre in Germania Goethe celebrava l’immaginazione come una forza creativa. Sebbene l’espressione “sognare ad occhi aperti” sembri essere emersa più tardi nel linguaggio comune italiano, il suo significato è profondamente legato a questa tradizione culturale. In effetti, l’aggiunta di “ad occhi aperti” sottolinea che si tratta di una fantasticheria consapevole, un momento di riflessione che non avviene nel regno del sonno ma nella piena veglia.
La bellezza di “sognare ad occhi aperti” sta nella sua universalità. Ogni cultura, a modo suo, ha sviluppato espressioni per descrivere lo stato di fantasticheria vigile. In inglese, ad esempio, si usa “daydreaming,” che tradotto significa “sognare di giorno.” Questa parola, come l’espressione italiana, richiama la capacità di immaginare scenari desiderati mentre si è svegli. Tuttavia, gli anglosassoni utilizzano anche frasi come “lost in thought” per descrivere uno stato mentale assorto nei pensieri.
In Francia, troviamo “rêver éveillé,” letteralmente “sognare da sveglio,” che condivide lo stesso significato. Una variante interessante è “avoir la tête dans les nuages,” ovvero “avere la testa tra le nuvole,” che richiama la distrazione e la fuga mentale. Allo stesso modo, in spagnolo, si dice “soñar despierto,” espressione molto vicina a quella italiana, mentre il tedesco propone “Tagträumen,” che si traduce direttamente in “sognare di giorno.”
In Portogallo, l’espressione “sonhar acordado” ha la stessa sfumatura poetica e descrive il momento in cui ci si perde nelle proprie fantasie. Anche le lingue scandinave, come lo svedese e il norvegese, usano termini come “dagdrömma” e “dagdrømme,” rispettivamente, che mantengono il senso di sognare durante la veglia.
In Asia, l’idea di sognare ad occhi aperti assume sfumature interessanti. In cinese, l’espressione è 白日梦 (Bái rì mèng), che significa “sogno diurno.” Tuttavia, a differenza dell’accezione prevalentemente positiva europea, qui può assumere un tono più critico, suggerendo che si tratti di desideri irrealistici o fantasie poco concrete. Lo stesso avviene in coreano con 백일몽 (Baek-il-mong), che condivide la stessa connotazione.
In Giappone, 白昼夢 (Hakuchūmu) rappresenta un’espressione poetica simile a “sogno diurno,” ma esistono anche frasi colloquiali come 空想にふける (Kūsō ni fukeru), che descrivono chi si perde nelle fantasie. Questo contrasto tra visione poetica e critica si riflette anche nelle lingue slave. In russo, “Грезить наяву” (Grezit’ nayavu) significa “sognare da sveglio” e conserva un senso romantico, mentre in polacco e ceco si usano espressioni come “Śnić na jawie” e “Sníti s otevřenýma očima,” che evocano immagini simili a quelle italiane.
Sognare ad occhi aperti non è solo una frase o un’idea, ma un fenomeno che attraversa i confini del linguaggio e della cultura. Che sia “rêver éveillé,” “Tagträumen” o “soñar despierto,” il desiderio di immaginare, sperare e fantasticare è una costante nell’esperienza umana. Questo atto di evadere dalla realtà, sia per aspirazioni utopiche sia per semplice distrazione, ci ricorda la potenza della nostra mente e la bellezza di concederle momenti di libertà.
Sognare ad occhi aperti, dunque, non è solo una forma di evasione, ma un mezzo per esplorare i nostri desideri più profondi. In un mondo spesso dominato dal pragmatismo, ci invita a mantenere viva quella scintilla creativa che ci rende umani, a ricordare che ogni grande conquista nasce da un sogno, spesso immaginato proprio mentre gli occhi restano aperti.